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Veep – 2×01 – Midterms

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Veep Midterms

Dopo l’ultima campagna elettorale americana, che ha prodotto più di un personaggio discutibile (preferirei non fare nomi, per evitare che Michelle Bachmann promuova una caccia alle streghe negli oscuri meandri di Serialmente), noi seriofili siamo stati travolti da una sequela, più o meno rutilante, di serie a tema politico. Mentre i goffi impiegati governativi di Parks and Recreation crescevano, sono arrivati, tra gli altri, Scandal, Political Animals e la boria familista di 1600 Penn. Se dovessi ridurre ai minimi termini questa ondata di serie ambientate nel poderoso backstage della gente maiala ma che conta, ne citerei due: House of Cards per il dramah (quello scritto bene, con la H) e Veep per il comico. Entrambe mostrano senza troppi scrupoli e limature da broadcast television le bassezze esemplari del gioco di poltrone a cui il popolo assiste allibito, di solito, ma su cui la maggior parte delle volte può solo speculare.

Non a caso la premiere di Veep, che rientra sicuramente tra le migliori comedy che non state guardando, inizia col montage di una campagna elettorale, durante la quale l’esplosiva Selina Meyer si abbandona a banalità retoriche per far presa su un elettorato disattento e barbarico, acceso dalle frasi fatte e ammansito dalle distrazioni. La facciata pubblica è quella delle belle parole, spese per il fantomatico bene del Paese, mentre a porte chiuse e telecamere spente (e qui risulta efficace l’uso della macchina a mano per le riprese della serie) si trama a favore di una sola cosa: il mantenimento di una determinata posizione di potere (o, semmai, il suo ampliamento).

Il momento è quello cruciale delle Midterms: elezioni di metà mandato per congresso e governatori, che rischiano di dare forti scossoni al partito in carica, dato che manifestano una sorta di giudizio sull’operato del presidente, fino a quel punto. La vicepresidente Meyer vorrebbe approfittare della situazione delicata per aumentare il suo peso decisionale riguardo infrastrutture ed educazione, sfruttando il suo consenso crescente: vuole ridimensionare il suo ruolo di pupazzo diplomatico accentrando più potere, obiettivo che in un analogia iperbolica corrisponde, giustamente, al possesso di un dildo targato Cartier.

La grazia continua a latitare nello staff di Selina; ne è un esempio il fatto che quando lascia l’Oval Office il portaborse Tony Hale resta per terra a cancellarne, letteralmente, le tracce (di rossetto), mentre tutte le loro conversazioni sono infarcite di insulti e frecciate sprezzanti. Veep mette in scena il peggio della civiltà tra quelli che la dovrebbero gestire e lo fa mantenendo un ritmo quasi incessantemente serrato. La comicità non nasce solo dall’amoralità e dall’inettitudine dei personaggi, ma soprattutto dalle reazioni sferzanti a livello dialogico. La prontezza arrogante dei personaggi viene servita diligentemente dagli attori di questa comedy, i quali tengono sempre sull’attenti con tempi comici impeccabili. Non a caso la protagonista Julia Louis-Dreyfus è una veterana delle serate di awards, con varie statuette placcate oro in saccoccia. Vengono invece presentati per la prima volta due nuovi personaggi, interpretati dai conosciutissimi mestieranti Gary Cole e Kevin Dunn, già visti di qua e di là, ma soprattutto ovunque.

Armando Iannucci, creatore di questo gioiello di satira claustrofobica immersa in workplace sitcom, scrive l’episodio assieme a Will Smith (no, non quello), riportando in scena con cinismo e linguaggio sudicio e musicale esattamente ciò che ci ha divertito l’anno scorso, stravolgendo il decoro diplomatico per mostrarci le possibili interazioni di questi esseri ferali nel loro habitat prediletto. Per fortuna ha aggiunto qualche impegno in più per la protagonista (rapporti con l’estero!), che potrà ampliare le possibilità comico-narrative. La stagione di dieci risicati episodi- per quella che in casa HBO è l’unica comedy, assieme a Curb your enthusiasm, che fa effettivamente ridere - si prospetta succulenta.

Fuck Yeah

Stiamo parlando di pilot e premiere anche su twitter, con l’hashtag #episodi01. Seguite @Serialmente (se siete parte di quei cattivi che ancora non lo fanno) e scriveteci cosa ne pensate!

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